I'll have what she's having...
Lungo post su Taiwan-barra-Taipei e la zona di Harajuku trattino Omotesando a Tokyo, siete avvisati.
La settimana scorsa sono stato in quel di Taiwan per un piccolo workshop, ma soprattutto per sperimentare quel bel caldo umido stile 20 gradi alle 10 di sera, del quale ultimamente sento la mancanza qui a Tsukuba dove la sera fa circa venti gradi di meno, ma almeno non piove e splende il sole; fatto non trascurabile perchè così posso bighellonare per Tokyo senza problemi e fare foto come quella qui accanto presa ad Harajuku.
Tornando a Taiwan. La conferenza era abbastanza interessante soprattutto in merito alle varie persone incontrate (responsabili Nvidia, IBM e vari colleghi fisici sparsi per il mondo). Detto ciò passiamo a Taipei che molto probabilmente attira maggiormente l'attenzione di chi legge (tranne quei quattro o cinque che sanno che cosa è un path integral e quindi si appassionerebbero di più a una discussione sugli overlap fermions...).
L'impatto con Taipei genera due sentimenti contemporaneamente: al primo impatto adori il caldo, il ritorno alla guida a sinistra, un atmosfera meno ordinata; immediatamente dopo scatta l'home-sickness (e per home intendo il Giappone) perchè ti accorgi immediatamente che l'atmosfera così poco giapponese tende pericolosamente al caotico specialmente nel traffico e nella disinvoltura con cui i tassisti si lanciano in autostrada (l'Italia è niente al confronto, e dire che ho pure fatto in viaggio in taxi parecchio avventuroso a Bari una volta). Però, nonostante la nostalgia del mio Giappone in sottofondo, Taipei si fa apprezzare proprio per il suo essere parecchio sgarrupata, ferma in alcune zone agli anni 70-80, con quell'atmosfera molto umida molto Saigon tanto da aspettarti che un soldato americano salti fuori dai cespugli da un momento all'altro (non che sia stato a Saigon ma grazie a Coppola e compagni il Vietnam lo conosciamo parecchio... lo so... non riesco ancora a scindere la mia realtà dallo schermo di un cinema...), e contemporaneamente modernissima avendo nella zona centrale il grattacielo più alto del mondo, ancora per poco.
E' lampante che la città si stia evolvendo ad una velocità impressionante, maggiore probabilmente della sua stessa capacità di sopportarne il cambiamento. Della frenesia imperante fanno parte anche gli sciami di motorini che attraversano le strade (Napoli ad esempio è proprio nulla al confronto). Se proprio dovessi caratterizzare la città con un elemento distintivo non avrei esitazione a indicare i sempre presenti e ubiqui motorini.
Visite da non perdere: i mercati che si snodano tra mille stradine e aperti sino a tardi, vedi foto (non chiedetemi cosa stanno cucinando perchè non lo so proprio, comunque c'era parecchia gente in fila quindi doveva pur essere qualcosa di commestibile)
Neko (oh yeah! 凄い!) bar del quale metto solo una foto nella quale vi potete cimentare a trovare i gatti nascosti
Il museo nazionale cinese che racchiude tantissimi reperti della storia dell'impero (8000 anni di storia...) che sono stati portati qui a Taiwan poco prima della rivoluzione culturale. La sezione sulla calligrafia e sull'evoluzione del sistema di stampa è una tra le più belle, seguita da quella sull'arte della ceramica e dell'uso della giada.
Vie sgrarrupate, marciapiedi sgrarrupati ma tanti motorini e tante bici (ma non così tante come da queste parti).
Interno del grattacielo più alto del mondo, il Taipei 101
Volo di ritorno durante il quale ho guardato il film dal quale è tratta la citazione titolo del post: un abbraccio grande a chi indovina per primo il film, e non vale cercare in rete perchè è fin troppo facile dato che è una delle scene più famose della storia del cinema.
Eccoci di nuovo in Giappone e precisamente zona Harajuku-Omotesando, un sabato di dicembre.
To be continued... (lo so ho barato all'inizio del post...)
Aggiungo solo alcune informazioni riguardo ai link aggiunti da poco al mio elenco di japan-related links.
Il primo è quello al blog di Matteo Bordone, freddynietzsche, che essendo altro malato di giappone e avendo un fido "inviato" a Tokyo ha una sezione del blog dedicata dalla quale prendo in prestito il video che segue (non sono io, terrei a precisare, sai com'è...).
Matteo Bordone aveva anche uno splendido programma su Radio2 insieme a Luca Sofri, Condor, che è stato inspiegabilmente chiuso dopo sei anni proprio questo mese e nel quale non mancavano mai notizie dalla più avanzata democrazia orientale.
Il secondo link è quello del sito di Danny Choo. Vive a Tokyo e ha una serie di gallerie relative alla vita a Tokyo, ma soprattutto alle Action Figures e al mondo otaku, da non perdere. Lui è figlio di Jimmy Choo... e ora un punto di domanda si è materializzato sopra le vostre teste, ecchiè? direte voi
Come non conoscete Jimmy Choo?!? E' un produttore di scarpe e accessori molto alla moda... come faccio a saperlo? Dopo aver visto quasi quattro stagioni di Ugly Betty queste cose le sai...
2 commenti flash:
ciao Guido,
mi hai dato una bella soffiata, Freddy Nieztche è una bomba, Bordone lo sentivo in radio, ora Rai2 ha fatto repulisti...
a presto!
Si peccato che abbiano chiuso Condor. Io seguivo Bordone dai tempi di Dispenser, grande programma.
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