Life in Japan part I
Qualche osservazione a caso su alcuni aspetti della vita quotidiana in Giappone che in Italia a mio parere non avrebbero vita lunga.
Esempio numero uno, i supermercati. Per supermercati intendo proprio i supaamaketto non un konbini qualsiasi come Lawson o i 7eleven. I supermercati, almeno qui a Tsukuba, hanno tutti le casse al centro dell'edificio, un po' come se alla Coop le casse fossero nella zona biscotti. Si entra (non c'è nessun rivelatore nelle entrate o uscite che tra l'altro non sono distinte), si fa la spesa, si paga nelle casse al centro e si esce, nessun percorso obbligato di controllo. Normale. Normalissimo. Funzionerebbe in Italia? Risposta semplice, no.
Esempio numero due, gli autobus (sempre qui a Tsukuba). Entrate e uscite sono separate, si entra da dietro e si esce davanti nella porta accanto al guidatore.Il biglietto si paga dentro l'autobus all'uscita e si paga a seconda della tratta e non del tempo (a differenza della maggior parte dei mezzi in Italia per esempio). Sin qui nulla di particolarmente significativo. Per pagare si buttano le monetine in una macchinetta mangia soldi che però non li conta, come non li conta il guidatore perchè è umanamente impossibile contare una decina di monetine nel giro di una frazione di secondo (e che non vi venga in mente Rain Man perchè allora significa che i guidatori dei bus sono tutti autistici e hanno Tom Cruise come fratello). Insomma per farla breve, ci si fida della buona fede di chi paga il biglietto. Stessa domanda del punto uno, stessa risposta.
Ieri sono andato a farmi una visita per le lenti a contatto perchè altrimenti non le posso acquistare. Che dire, la visita all'ospedale in Lost in translation era una passeggiata... ;)
Oggi pulizie,
Oyasuminasai!
1 commenti flash:
e dire che noi si aveva inventato un dizionario scavato al centro, per nascondere pregiati rettangoli (libri, pacchetti di fettine di vitello, parmigiano) alla rendicontazione delle cassiere...
ma tu sei hai un nick su giapponegiappone) il mio è zavorka...
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