清水寺 - Kiyomizudera (Kyoto) Aprile 2010
箱根, 紅葉 (Hakone), Novembre 2010
富士山、江ノ島から (Monte Fuji da Enoshima), Dicembre 2010
日光, 輪王寺 - Rinno-ji (Nikko), Giugno 2010
清水寺 - Kiyomizudera (Kyoto)
Kyoto, giardino del Kinkaku-ji
増上寺 - Zojo-ji
日光, 輪王寺 (Nikko) Rinno-ji
日光(Nikko)

Sbagliare ma di quanto?

domenica 25 settembre 2011 12:09 PM scritto da Micchan in , , ,

Il pregio dell'eco data dai giornali generalisti all'esperimento del gruppo OPERA e' che, oltre all'evidente rilevanza scientifica, ha dato un'idea al grande pubblico - almeno a coloro che non si fermavano ai titoli di Repubblica e Corriere e varie altre testate piu' interessate ai click che al contenuto - su come si fa un eseprimento di fisica delle particelle e in maniera piu' ampia su come funziona, la maggior parte delle volte, il progresso scientifico.


Tra i commenti dei non addetti si leggeva spesso apprezzamento per la moderazione degli sperimentali nel presentare i loro risultati (talvolta invece, per lo stesso motivo, si esprimeva sdegno per mancanza di una sicurezza non meglio specificata e troppa fretta nella pubblicazione).
Fa un po' sorridere questo atteggiamento a chi con la ricerca scientifica e specie nella Fisica ci lavora ogni giorno. Attenzione, fa sorridere ma non certo per compatire. Fa sorridere perche', considerazione personale, in Italia siamo ormai abituati al bianco e nero e alla contrapposizione continua. La mia idea e' quella giusta, spesso aprioristicamente, e la difendero' anche quando l'evidenza mi sconfessa completamente. Questo avviene continuamente nei rapporti sociali e si tende ad attenderselo anche negli altri campi. Sia ben chiaro che non mi pare un atteggiamento esclusivamente italiano, ma in Italia ha attecchito molto facilmente.
Contrariamente a questo, il metodo di lavoro della comunita' scientifica e' di continuo confronto, anche aspro e talvolta dominato dalla "moda", ma che inevitabilmente si arrende alle evidenze sperimentali, quando ci sono. E ogni sperimentale sa quanto siano diventate complesse appparecchiature e metodologie di studio, soprattutto nella fisica delle alte energie.
Il controllo dell'errore, quello intrinseco nelle misure statistiche e quello sistematico dovuto alla assenza di perfezione nel mondo umano, e' il pane quotidiano di un qualunque fisico. Nel caso specifico non stiamo semplicemente usando un righello per misurare le distanze o uno swatch per i tempi e le precisioni necessarie obbligano all'uso di vari stadi prima di arrivare alla risposta, ognuno dei quali introduce inevitabilmente un errore. La bravura dello sperimentale e' tenere sotto controllo, tutti ma proprio tutti, gli errori in gioco. In un esperimento sei certo che stai facendo un errore ma il tuo compito e' proprio quantificare quell'errore. Per questo anche i commenti che portavano a giustificazione della possibile inconsistenza del risultato il fatto che la velocita' relativa dei neutrini rispetto alla luce sarebbe solo di 2 parti su diecimila invece che di un bel fattore 2 per esempio, sono ridicoli perche' incompleti. Se il fattore 2 lo misuro con un errore del 80% la significativita' del mio risultato e' veramente poca. Invece i risultati di OPERA sono con un errore del 10% circa e questo invece rende il numero finale molto significativo. Il problema attuale e' capire se in quel 10% c'e' veramente tutto e non e' invece un 50-60%, per dire.
In questo quadro si colloca la "prudenza" degli sperimentali, la stessa prudenza che aveva caratterizzato la possibile scoperta dell'Higgs al Tevatron sempre per rimanere nel campo (mostratasi poi di difficile riproduzione e quindi declassificata ad errore sperimentale) e la stessa prudenza che mi ha fatto riscrivere per tre volte l'articolo che ho tra le mani perche' se trovi qualcosa che non torna con quello che ti aspetti la maggior parte delle volte non hai scoperto niente di nuovo ma i tuoi dati hanno una sorgente di errore che non stai controllando a sufficienza.
A OPERA hanno messo le carte in tavola. MINOS e T2K sono gia' pronti a ripetere la misura.

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