Il lavoro
Fuori dai palazzi del KEK fa molto silenzio. Tutti i condizionatori sono spenti. Si sente solo la natura intorno visto che siamo circondati dagli alberi. Fa un po' freddo, ma si puo' sopportare coprendosi.
Anche le luci devono rimanere spente, infatti dopo una certa ora si torna tutti a casa. L'unica cosa che possiamo usare e' il PC per cercare di lavorare. Il consumo dell'intero centro non deve superare i 2 MW, che fanno piu' impressione se confrontati con i precedenti 13 MW.
Allo stato attuale e' difficile lavorare, soprattutto per noi che usiamo supercomputer giornalmente per i nostri studi. Ancor piu' difficile, praticamente impossibile, per gli sperimentali che non possono accendere le macchine. L'incertezza su quanto potra' durare questa situazione e' grande. Alle 3 ci sara' una riunione delle alte sfere per decidere come proseguire l'attivita' di ricerca e valutare i danni agli apparati. E' chiaro che come in tutti gli altri comparti economici del Giappone, anche il piu' grosso centro di ricerca in Fisica andra' a rilento per un certo periodo.
La mancanza di corrente sara' cronica per molto tempo. Nessuna delle centrali nucleari sul Pacifico sara' riattivata, solo le centrali a gas e petrolio. Solo alcune centrali a Niigata sono rimaste in funzione. E mesi non basteranno prima che vengano costruite centrali capaci di sopperire alla domanda. Sino a giugno probabilmente questa situazione sara' facile da gestire per la compagnia elettrica. A quel punto la domanda salira' e il sistema potrebbe mostrare dei cedimenti. Per la conformazione della rete pubblica di distribuzione dell'energia giapponese, l'Honshu occidentale non puo', neanche volendo, sopperire con le sue centrali alle mancanze orientali. Ci sono 10Hz di frequenza che fanno la differenza.
Tokyo ieri, a parte gli ovvi megaschermi spenti, mi e' parsa molto naturale. Forse leggermente in slow motion, ma con gli ingranaggi che girano. Ancora la corrente subisce le interruzioni e nei supermercati e' sempre difficile trovare l'acqua, ma si puo' vivere come prima senza troppi compromessi.
Akihabara non poteva essere spenta, finirebbe il giorno stesso. Pero' ci sono dei punti in cui alcuni negozi hanno spento le musichette e quindi si passa in una bolla di silenzio per qualche metro per poi ritornare al solito cicaleccio.
Shibuya e Shinjuku, a parte le cose che saltano immediatamente all'occhio, non le ho trovate molto diverse in quanto a turbinio di gente e ragazze vestite in modi improponibili.
Ancora una volta, Tokyo non e' una capitale in agonia... Ha ricevuto un brutto colpo, e' in piedi e sta cercando di capire se ne ricevera' un altro o meno. Nel frattempo non si puo' sempre pensare al primo colpo.
Rapido riassunto dei numeri di oggi all'1.30:
Radioattivita' nell'aria al KEK: circa 0.20 microSv/h, in calo
Radioattivita' nell'aria in Ibaraki: in calo, valori dai 0.1 ai 0.8 microSv/h a seconda della zona.
Nell'aria a Tsukuba rivelata attivita' solo per lo Iodio-131, che ha un tempo di decadimento di 8 giorni circa.
A Tokyo i numeri vanno da 0.08 a 0.25 microSv/h (il fondo e' circa 0.1). A Kashiwa 0.58.
Nell'acqua di rubinetto i valori sono stabili attorno ai 30-50 Bq/Kg sia a Tokyo che a Ibaraki. Si puo' cucinare, lavarsi, lavare. Eviterei di bere per precauzione, anche se dall'Istituto radiologico fanno comunque sapere che anche bevendo sempre per due mesi un'acqua contaminata con (!) 300 Bq/Kg (il tetto legale in Giappone, in Italia e' 500 Bq/Kg) si riceve una quantita' di radiazioni di 790 microSv/h, circa un terzo della quantita' di radiazioni che riceviamo dalla natura ogni anno normalmente.
0 commenti flash:
Posta un commento